Zeman come Luis Enrique

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zeman2LEGGO – P. BRUNI –  L’obiettivo è arrivare in Champions. Se lo augurano i tifosi, lo sostiene la dirigenza. I numeri della Roma, tuttavia, raccontano un’altra storia. Infatti, volendo fare un confronto con la squadra guidata da Luis Enrique nella scorsa stagione, si può notare un dato allarmante: alla fine del girone d’andata, il quantitativo dei punti ottenuti è pressoché identico. Trentadue per quella zemaniana, trentuno per quella asturiana. Un dato che non lascia spazio alle interpretazioni: a oggi, i giallorossi non meritano di stare nei primi tre posti della classifica.

Mettendo da parte il discorso relativo agli arbitraggi, il bilancio degli scontri diretti con Juventus, Lazio e Napoli, le tre sfide più sentite dalla tifoseria e avversarie dirette per la Champions, è negativo. Tre gare, tre sconfitte (stavolta peggio di Luis Enrique che almeno col Napoli vinse). Negli occhi di molti tifosi c’è ancora la pesante imbarcata patita a Torino: un 4-1 perentorio e senza alibi. Nel derby andò meglio sotto il profilo del gioco ma non per il risultato. La sconfitta per 3-2 lasciò un’amarissima sensazione in bocca, nonostante una serie di circostanze sfortunate. Infine, il 4-1 subito l’altro ieri sera al San Paolo. Immeritato, per la qualità del gioco espressa ma statisticamente in linea con l’andamento sinusale delle prestazioni. La Roma, purtroppo, sembra essere vittima dello stesso destino che ha accompagnato un grandissimo talento del tennis moderno: Marat Safin. Il russo, quasi sempre si prendeva gli applausi. Gli avversari, invece, punti e titoli.

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