TUTTOSPORT – S. CARINA – Ancora una volta è scivolato sulle parole. Gli era già accaduto all’esordio della sua avventura in giallorosso («Borriello? E’ un problema») o quando si era trovato a gestire il difficile rapporto tra Luis Enrique e Totti («Deve sopportare le esclusioni in un’altra maniera. Deve gestirsi bene, deve mettere da parte qualsiasi forma di vanità. Il caso Totti uccide la Roma») con il quale aveva poi concesso il bis quest’estate: «Chiede acquisti di qualità? Lui segue il flusso, io lavoro per una Roma sensata». Ieri Sabatini si è ripetuto, prima delegittimando Zeman – «E’ una fase di studio questa che contempla anche l’idea di cambiare l’allenatore» – per poi, provare a correggersi in corsa: «Zeman delegittimato? Assolutamente no. Non sono qui ad esonerare l’allenatore. Se mi chiedete se Zeman è esonerato rispondo di no. Se mi chiedete cosa vogliamo fare, invece, rispondo dicendo che vogliamo aggiustare le cose. Magari anche con uno ‘Zeman 2’. Ci sono tante decisioni che potremmo prendere prima di esonerarlo. Se tutti si assumono le proprie responsabilità sarà ‘Zeman 2’ e avremo rimpastato il governo». Ossia, di quali responsabilità parla il ds? «Magari vedere l’allenatore relazionarsi in una certa maniera con alcuni della squadra o tutta la squadra – la replica – Vedere con quale intensità sarà fatto il prossimo allenamento, con quale furore saranno interpretati i suoi dettami».
Zeman in bilico: oggi si decide. E intanto spunta Blanc
IN BILICO Parole che hanno solamente l’effetto di certificare la confusione che regna a Trigoria dove Zeman è oramai solo, supportato da Totti e qualche altro fedelissimo (Florenzi, Bradley, Tachtsidis, Marquinhos e Goicoechea). Confusione alimentata ieri da Sabatini che ha alternato una ondivaga giustificazione dell’operato del tecnico – «Ha fatto anche bene, ha dato molto ai calciatori» – per poi parlare di lui, come appartenesse già al passato: «Tra i problemi di questa annata c’è stato l’incancrenirsi di alcuni rapporti che poi magari Zeman non sente come rapporti cancerogeni mentre dall’altra parte li hanno sentiti un po’ più così. Non vivo come un errore aver riportato Zeman a Roma, lui ci ha dato anche cose importantissime che saranno godute da questa società. L’idea ad esempio di essere una squadra col migliore attacco della serie A ce la lascia o ce la lascerebbe…». Senza considerare che il ds in ha poi addirittura tracciato l’identikit del futuro allenatore: «La Roma ha bisogno di un tecnico normale ma che abbia carisma e capacità di convincere tutti quelli che lavorano intorno a lui di potere costruire qualcosa di importante».
VERTICE NOTTURNO Se il nome per giugno è quello di Allegri, sulla sorte del boemo oggi se ne saprà di più, soprattutto dopo l’incontro andato in scena ieri notte tra Baldini e Sabatini. Ironia della sorte, tra i due quello che sarebbe più propenso a sostituire l’allenatore – nonostante le dichiarazioni rilasciate ieri dal ds farebbero pensare il contrario – è il direttore generale. Sabatini, invece, frena ma solo perché le eventuali alternative – oltre all’accoppiata Malesani-Sella, sono circolati i nomi di Giannini, del duo Zago-Andreazzoli e addirittura si è vociferato di un clamoroso ritorno di Luis Enrique che francamente appare inverosimile – non lo convincono. A meno che la Roma non riesca a convincere l’ex ct della Francia, Blanc, che per prestigio e l’evocata ‘normalità’ potrebbe essere l’uomo giusto. Baldini e Sabatini si rivedranno oggi a Trigoria pronti a confrontarsi con Zeman che ieri ha lasciato il centro sportivo quando era ancora in corso la conferenza stampa di presentazione di Torosidis. Il redde rationem è arrivato