CORRIERE DELLO SPORT – R. MAIDA – Non gli è servito uno sguardo al mare, nero come la sera, per rivivere quello che è stato.Il vortice di sensazioni, sia pure compresso dalla sua maschera imperturbabile, lo aveva accarezzato per tutta la settimana (…)
Questa sì, per Zdenek Zeman è una partita speciale. Per i sentimenti personali forse conta anche più di Lazio-Roma. «Sono contento di tornare – spiega – anche se da nemico. I ricordi sono più che positivi, non solo per i risultati sul campo ma anche per il comportamento che ha avuto la gente di Pescara con me. Gli esperti dicevano che saremmo retrocessi e invece abbiamo vinto il campionato segnando 90 gol. Non so come sarò accolto, non mi aspetto niente, perché i tifosi faranno il tifo per la loro squadra e io sarò un avversario»
.IL MOMENTO – Il Pescara ha appena cambiato allenatore, passando da un allievo di Zeman a un altro: dopo Stroppa, ecco Bergodi. Il maestro parla con affetto ma dà anche una bacchettata ai vecchi amici: «Mi dispiace per Stroppa e per l’ambiente pescarese, che è un po’ depresso. Purtroppo hanno cambiato molto la squadra, dopo aver perso tre calciatori importanti come Insigne, Verratti e Immobile, e non hanno ancora trovato un’identità: troppe novità, troppi moduli. Ora non so cosa farà Bergodi che è un ragazzo serio e un tecnico preparato. Di solito le sostituzioni portano bene, io mi auguro che sia così ma non da subito. C’è ancora un campionato da giocare e la squadra ha dei valori che conosco bene» .
PILLOLE – La domenica delle emozioni è importante anche per pensare a chi non c’è più ( «Ma io a Franco Mancini penso sempre» ) e per i numeri di Zeman, arrivato alla centesima partita da allenatore della Roma : «La mia partita migliore rimane quella contro il Milan. Perdemmo 3-2 giocando benissimo» . Si riferisce alla trasferta dell’ottobre ‘98 a San Siro, confermando una filosofia di vita che non dipenderà mai dagli episodi. E nemmeno dai giocatori, tipo De Rossi che rischia di essere sedotto dal Paris Saint-Germain. «Lo stimano in tanti – avvisa Zeman – non solo Ancelotti. Però sta alla Roma. Problemi tra di noi non ce ne sono. Che poi tra un allenatore e un giocatore si possa parlare di tattica o di ruoli, è normale» . Ed è normale, secondo la Roma, anche l’idea di rinunciare a giocatori esperti per puntare sui giovani. Zeman liquida il concetto con una battuta pungente: «Noi abbiamo fatto un progetto che ci porterà delle soddisfazioni in futuro: contro il Torino hanno concluso la partita undici calciatori nuovi. Mi chiedete di Pizarro. Ma la Roma ha avuto tanti giocatori bravi: anche Batistuta se tornasse ci potrebbe aiutare» . Batistuta, che ha 43 anni, ha chiuso con il calcio di élite nel 2003 e non riesce più a correre per i dolori alle gambe.